Michele Sambin, Lampi, 2021.
Michele Sambin, Lampi, studio, 2021.
Lampi.
Alla fine di settembre all’Ovile1 si è verificato un fenomeno naturale altamente spettacolare che mai mi era capitato di vedere.
Poco prima di mezzanotte facevo due passi nel giardino degli ulivi seccati. In lontananza il cielo nuvoloso era illuminato da deboli lampi che aprivano lo spazio dell’oscurità.
Ho iniziato a fare delle riprese. A poco a poco la perturbazione si è avvicinata e i lampi sono diventati potentissimi, in alcuni momenti veramente accecanti e non più diradati ma ravvicinati nel tempo.
Un inusuale rapporto luce suono che non rispettava il principio di causa effetto: lampo e a seguire tuono. La frequenza, a volte velocissima, buio luce era accompagnata da prolungati brontolii gravissimi.
Una strana sensazione di incombente tempesta. Mi aspettavo che da un momento all’altro iniziasse una pioggia scrosciante e violenta, ma non è caduta una goccia. la perturbazione ha girato attorno alla mia testa senza scaricarsi. Solo luce buio in un’alternanza che si è lentamente diradata fino a tornare al buio iniziale. Tutto è durato un’ora circa. Un format teatrale di misura perfetta.
Una bella esperienza, un teatro naturale credo irripetibile. E come il teatro, godibile solo da chi l’ha vissuto dal vivo. La registrazione video non ne è che un surrogato.
Lavorerò sulle riprese che, al contrario della realtà, fortunatamente possono essere riviste, rallentate (fino a fissare l’istante apice del lampo), rielaborate.
Queste le mie intenzioni di partenza ma come sai le idee nascono facendo e so già che non mi sarà sufficiente la riproduzione del reale anche se rielaborata. Sento di aver bisogno di altri lampi che possano dialogare con i lampi opera della natura. Saranno questi i miei lampi.
(Lettera di Michele Sambin a Cristina Grazioli, 17 ottobre 2020)
- Cannole (LE). ↩