Categorie
n. 12 – ottobre 22

Commiato

editoriale

Sciami|ricerche - Intent -Armenian Christian Cathedral of Vank, Isfahan, Iran

Con questo editoriale intitolato “commiato” mi congedo dalla direzione di Sciami|ricerche. Il modo di questo svoltare l’angolo intendo segnarlo ripercorrendo alcune interrogazioni/questioni poste nei numeri di Sciami|ricerche (2017-2022), web magazine semestrale autoprodotto.

Nel n. 1si definivano gli ambiti di studio: le performing arts e le relative pratiche in ambito internazionale; la vocalità e il suono come dispositivi drammaturgici; le arti elettroniche e digitali. Insieme al campo da esplorare si denunciavano le motivazioni e le urgenze che sorreggevano l’impresa che si stava avviando: «[…] minare scovare stanare gli stereotipi, le opinioni che rispecchiano le mode, il pensiero dominante, perseguendo una vocazione minoritaria e fisiologicamente “contro”: il potere, l’autoritarismo, la gerarchizzazione, la verticalizzazione, il dominio del sapere amministrativo-burocratico, le opposizioni binarie, le alternative forzate, il principio di realtà […]. Sciami |ricerche predilige le zone d’ombra, le zone liminali, le terre di nessuno, la disappartenenza, l’indecidibilità e l’indiscernibilità, le prospettive molteplici, la saggezza dell’incertezza, l’avventurarsi per sentieri non segnati dalle mappe»1. Portare attenzione alla produzione di giovani studiosi che prendono posizione. E non ultimo coniugare soggettività e analisi, ovvero come la soggettività guida le analisi.

Nel ripercorrere  i numeri, alcuni monografici come il n. 6 dedicati alla “video arte”, il n. 7 , dedicato alla “performance art”, dal n. 9  Sciami di luce: chiarori, abbagli prelevo due questioni peculiari2: La dimensione affettiva- analitica-pragmatica del fare ricerca e la questione di come si esercita il dissenso. Per quanto riguarda la prima riporto dal  n. 2   : «interrogandomi sui presupposti del fare ricerca individuo tre fattori che orientano il mio percorso. In primo luogo, la dimensione affettiva, ovvero l’urgenza che induce a  studiare, indagare, conoscere. La dinamica affettiva mette in moto un processo cognitivo-analitico – il secondo fattore – grazie al quale i dati sperimentali sollecitano ipotesi, descrizioni, ragionamenti, portano a far emergere fenomeni non ancora messi a fuoco dagli studi, a perfezionare metodologie per sviluppare l’osservazione e l’analisi, per controllare le ipotesi e per condividere competenze relative a un particolare fenomeno. Il terzo elemento di una pratica di ricerca è la valutazione degli effetti pragmatici che ne scaturiscono»3.

Per quanto riguarda la seconda questione, riporto dal n. 3 dal titolo Per non spegnere il conflitto:«Ci sta a cuore sostenere prospettive divergenti per arrivare non tanto a una sintesi dialettica degli opposti, né a uno scioglimento, ma per giungere – forse – a un incorporare, un aprirsi e un fare spazio all’altro»4, scavare nel presente e metterlo a rischio, dichiarare con Marc Mercier “lo Stato di Urgenza Poetica!” e individuare con Judith Malina  nel grido e nell’accordo l’esplosione e  la comprensione della sofferenza umana.Nel Nuovo Millennio, scrivevo, il dissenso si è trasformato in una forma di resistenza, che significa essenzialmente manifestare tendenze contro-egemoniche all’interno del sistema dominante. E allora, come si pone il rapporto fra politica e produzione artistica? Le battaglie dei movimenti ecologisti, decoloniali, femministi, portano nella pratica artistica una ricerca di nuove forme espressive, trasformano i modi di pensare e fare arte, mettono in discussione funzioni e ruoli sociali dell’artista? A quali condizioni la pratica artistica si dà anche come pratica sociale e politica? Fare teatro crea spazi di soggettività e agisce nella realtà sociale?

Sciami|ricerche, credo che abbia perseguito la prima istanza. L’imponente gravità dei tempi che stiamo vivendo sottrae e dilegua le motivazioni che hanno finora sorretto la sua elaborazione e realizzazione.

  1. Valentina Valentini, Intenti, in «Sciami|ricerche», a. I, n. 1, aprile 2017.
  2. Si veda il sommario dei numeri della rivista
  3. Valentina Valentini, L’ affettività analitica-pragmatica del fare ricerca, in «Sciami|ricerche», a. I, n. 2, ottobre 2017.
  4. Valentina Valentini, Per non spegnere il conflitto,  in «Sciami|ricerche», a. II, n. 3, aprile  2018.
Author

Valentina Valentini, docente di Alta Qualifica presso il DPTA, La Sapienza, Roma. Ha dedicato vari studi storici e teorici al teatro del Novecento: Teatro contemporaneo 1989-2019 ( Carocci, 2020), Nuovo teatro Made in Italy ( Bulzoni,2015), pubblicato in inglese da Routledge (New Theater in Italy: 1963-2013), Drammaturgie sonore 1 (Bulzoni, 2012) e Drammaturgie sonore 2, (Bulzoni 2021), Mondi, corpi, materie. Teatri del secondo Novecento (B. Mondadori, 2007 in inglese pubblicato da Performance Research Books, 2014), Dopo il teatro moderno (Politi,1989), Il poema visibile. Le prime messe in scena delle tragedie di Gabriele D’Annunzio (Bulzoni,1993), La tragedia moderna e mediterranea (Angeli, 1991); alle interferenze fra teatro e nuovi media (Teatro in immagine, Bulzoni, 1987) e alle arti elettroniche (Medium senza Medium, Bulzoni 2015; Le pratiche e Le storie del video, Bulzoni, 2003). Pubblica su riviste nazionali e internazionali («Performance Research», «PAJ», «Biblioteca Teatrale», «Close Up», «Arabeschi»). È responsabile del network «Sciami» e dirige la webzine «Sciami|ricerche».