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Il lockdown di marzo è giunto come una scure censoria a lacerare la scena del Giardino dei ciliegi, nel pieno (mezzo) delle repliche al teatro Argentina di Roma. Avevo con me la mia nuova fotocamera, con cui contavo di gironzolare nelle varie città della tournée in cerca di luce. Poi la chiusura. E la sospensione. Sono tornato a casa. E, in quei giorni di primavera in cui i fiocchi di neve si confondevano con i petali di susino, ogni giorno un raggio di sole entrava dalla finestra e attraversava la stanza. Quanta luce sprecata! Così ho pensato che sarebbe stato opportuno, ogni tanto, frapporre tra la luce e la stanza un piccolo oggetto, insignificante, raccolto in giardino o in qualche angolo della casa. Non ho idea di come si faccia uno still life, non so se questi scatti sprecati possano essere annoverati in quella categoria; io volevo solo passare il tempo, non sprecare la luce.