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n°9 – April 21, Theater, Video

Fire – Ash – Silence

Alfredo Pirri, Fuoco, Cenere, Silenzio, 2020. Cemento colorato in pasta, acciaio, legna, fuoco, cenere, luce naturale e artificiale. Dimensioni ambiente (area ingombro circa 15 mq di base per 6 di altezza) Luogo: Circo Massimo, Roma, in occasione della festa di Roma, 31 Gennaio 2020. Foto Giorgio Benni.

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«… Il fuoco è intimo e universale. Vive nel nostro cuore. Vive nel cielo. Giunge dagli abissi della sostanza e si offre come un amore. Ridiscende nella materia e si nasconde, latente, sopito come l’odio e la vendetta. Tra tutti i fenomeni è veramente il solo che possa ricevere in modo così chiaro i due valori contrari: il bene e il male. Splende in paradiso. Brucia all’inferno …»1.

Fuoco – Cenere – Silenzio consiste nella realizzazione di sei torri in cemento e metallo, sei pire sacrificali di dimensioni variabili, dai quattro agli otto metri di altezza. Il titolo ne descrive il processo di trasformazione che le sei torri sono destinate a subire a ridosso della mezzanotte del 31 dicembre 2020: prima il corteggiamento dei fuochi artificiali e dopo l’aggressione del fuoco vivo. Esse, infatti, sono circondate, quasi ingioiellate, da fuochi d’artificio che battono il tempo di un countdown luminoso e gioioso, avvolgendole con scoppi e colori fiammeggianti originati in modo concentrico da terra, per poi innalzarsi verso il cielo con un’ultima e festosa eruzione di sei sfere di luce bianca sprigionate ognuna dall’interno di una singola torre. In seguito, alla mezzanotte precisa, il fuoco, questa volta naturale, si sviluppa all’interno delle torri trasformandole da torri cittadine in fornaci rombanti il cui suono richiama quello di un organo che viene a patto col fuoco prima cercando di armonizzarlo, dopo cedendo al grigio della cenere e infine al tanto piacevole quanto doloroso silenzio del giorno. Il materiale con cui le torri/pire sono costruite richiama il sottosuolo, provenendo dal suo ambiente sotterraneo. Sono tubi di cemento forati, protagonisti degli impianti fognari (non sempre leciti) che costituiscono una rete sotterranea sopra la quale la città riposa e vive affidandosi ad essa per raccogliere e portare lontano tutto quanto è da smaltire. Questi anelli, tenuti in sagoma da una struttura metallica elementare che li incornicia rendendone la forma compatta, assemblati in posizione verticale, assumono la configurazione di una porzione di skyline urbano.

Alfredo Pirri, 2020. Progetto per l'opera <em>Fuoco, Cenere, Silenzio</em>, acquerello su carta Arches cm 23 x 31.
Alfredo Pirri, 2020. Progetto per l’opera Fuoco, Cenere, Silenzio, acquerello su carta Arches cm 23 x 31.

Fuoco

Vedendole ardere a distanza ci verrebbe da urlare: “La città brucia!” Bruciano le sue abitudini, ardono con esse le cose da dimenticare o da cambiare. Definiscono la città come un crogiolo di cambiamenti che produce cenere. Ecco! ripartire dal colore caldo della cenere, grigia, accogliente e fertilizzante, che ti viene la voglia di raccogliere per farne il colore da usare come sfondo per quadri nuovi, come facevano i pittori di icone che producevano per i fondi delle loro tavole un colore grigiastro e sporco, col sentore d’infinito e l’indefinitezza dell’anima, sopra il quale ogni colore brillava di più che sullo sfondo banale del bianco della ragione.

La città torni a sé stessa, alla sua grandezza attraverso la festa del fuoco che accoglie dentro di sé festosamente, rabbiosamente e come in una metamorfosi catartica, tutto quello che gli viene offerto: le potature dei suoi alberi, la paglia delle sue campagne, i crepitii dei suoi canneti, le attrezzature tecniche che attraversano le torri al loro interno. Tutto arde producendo un vociare confuso e vivace che fuoriesce dalle torri/pire/organi/paesaggi di periferie/erezioni monumentali di palazzi prepotenti/sguardi dal basso e dall’alto/desideri di calore… tutto fuoriesce come un coro gioioso e festante da quei fori che normalmente trasportano liquami, invertendo il basso in alto, quello che scola in quello che evapora innalzandosi al cielo, offrendo il suo odore a un Dio nascosto fra le nuvole o sprofondato nella terra. Odore di fumo che fa allegria, non come quello proveniente dai roghi criminali o da quello dei libri che bruciano, ma come quello degli accampamenti nomadi, delle feste di paese, infine dei desideri che ardono in ognuno di noi.

Alfredo Pirri, 2020. Progetto per l'opera Fuoco, Cenere, Silenzio, acquerello su carta Arches cm 23 x 31.
Alfredo Pirri, 2020. Progetto per l’opera Fuoco, Cenere, Silenzio, acquerello su carta Arches cm 23 x 31.

Cenere

Noi siamo come quelle torri che, accendendosi come pire solitarie, diffondono luce vitale e calore rigenerante che ci riempie anche se nel frattempo ci consuma. Da fuori, anzi da lontano, vedi solo fumo che canta i suoi racconti con la voce unitaria di un coro che urla al cielo le sue canzoni rabbiose e monocrome: le tragedie della storia, teorie ben scritte, fatti sociali e collettivi.

Alfredo Pirri, 2020. Progetto per l'opera Fuoco, Cenere, Silenzio, acquerello su carta Moleskine cm 21 x 30.
Alfredo Pirri, 2020. Progetto per l’opera Fuoco, Cenere, Silenzio, acquerello su carta Moleskine cm 21 x 30.

Silenzio

Fumo di fumi dice il Qohélet
Fumo di fumi
Tutto non è che fumo2

Alfredo Pirri, <em>Fuoco, Cenere, Silenzio</em>, 2020. Cemento colorato in pasta, acciaio, legna, fuoco, cenere, luce naturale e artificiale. Dimensioni ambiente (area ingombro circa 15 mq di base per 6 di altezza)  Luogo: Circo Massimo, Roma, in occasione della festa di Roma, 31 Gennaio 2020. Foto Giorgio Benni.
Alfredo Pirri, Fuoco, Cenere, Silenzio, 2020. Cemento colorato in pasta, acciaio, legna, fuoco, cenere, luce naturale e artificiale. Dimensioni ambiente (area ingombro circa 15 mq di base per 6 di altezza) Luogo: Circo Massimo, Roma, in occasione della festa di Roma, 31 Gennaio 2020. Foto Giorgio Benni.
Alfredo pirri, quattro disegni per l'opera <em>Fuoco, Cenere, Silenzio</em>. Inchiostro su carta uso mano, ognuno cm 14 x 21.
Alfredo pirri, quattro disegni per l’opera Fuoco, Cenere, Silenzio, 2020. Inchiostro su carta uso mano, ognuno cm 14 x 21.

  1. Gaston Bachelard, L’intuizione dell’istante. La psicanalisi del fuoco, Dedalo libri, Bari 1973, p. 117.
  2. Qohélet: colui che prende la parola, a cura di Guido Ceronetti, Adelphi, Milano 2001, p. 77.
Author

Alfredo Pirri è nato a Cosenza nel 1957. Vive e lavora a Roma. Il suo lavoro, col quale si è imposto all’attenzione del pubblico a partire dalla metà degli anni Ottanta, spazia tra pittura, scultura, lavori su carta e opere ambientali. Il suo linguaggio evidenzia una continua attenzione allo spazio, alla superficie, al colore, creando dei veri e propri ambienti di luce. Ogni opera diventa un luogo spaziale, emozionale e temporale, dove l'osservatore ha la possibilità di entrare per immergersi in esperienze cromatiche che lo destabilizzano e lo disorientano. Al fine di realizzare progetti multidisciplinari, in cui arte e architettura dialogano in modo armonico, ha collaborato con architetti e studi di architettura, fra i quali Nicola di Battista, ABDR, Efisio Pitzalis, Studio Labics, Studio PROAP di Lisbona. Ha esposto in mostre personali e collettive in Italia e all’estero: Biennale di Venezia , PS1 New York, Biennale d’arte contemporanea dell’ Havana ,Palazzo delle Papesse Siena, Walter Gropius Bau Berlino, Villa Medici Roma, Bunkier Stzuki Krakov, Centro d'arte "La Pescheria" Pesaro, Museo d’arte contemporanea Rjieka, Maison de la Photo Parigi, Galleria Nazionale d’Arte Moderna Roma, Palazzo Te Mantova, Museo Archeologico Nazionale Reggio Calabria dove la sua opera “Piazza” è permanente, D-O Ark Underground Sarajevo dove la sua opera “Passi” è permanente. Ha svolto attività d’insegnamento in diverse istituzioni fra cui: Bezalel Academy di Gerusalemme, Accademia di Lione, Università La Sapienza di Roma, Accademia Belle Arti di Urbino, Accademia Belle Arti di Palermo. Ha curato progetti rivolti a giovani artisti (Accademia dello Scompiglio, Lucca). Attualmente insegna Pittura presso l’Accademia di Belle arti dell’Aquila. …In tutti questi anni il mio interesse per lo spazio è rimasto predominante fino a sfiorare l’architettura... Si tratta di un interesse “politico”, inteso come tentativo di mostrare, qualcosa di necessario alla sopravvivenza stessa, una specie di battaglia a favore dell’esistenza… (Alfredo Pirri, da un’intervista a «Flash Art», 2004).